
Il crisantemo è un fiore originario della Cina. Nel IV secolo d.C. giunse in Giappone, inizialmente sembra per scopi medicinali, dove prese il nome Kiku, divenendo in seguito il simbolo del sole e dell’imperatore. Stilizzato in forma circolare e con sedici petali disposti a raggiera, nel XII secolo fu inciso sulle spade del Mikado come segno di immortalità. Fu poi riprodotto sugli abiti, gioielli ed altri oggetti e divenne simbolo di nobiltà, potendo essere coltivato, fino al secolo scorso, soltanto da persone di alto rango. Soltanto costoro avevano infatti il potere di poterlo raffigurare.

In Giappone, come in Cina, i crisantemi sono sinonimo di vitalità e felicità e anche in italiano il nome stesso evoca il sole, la gioia e la bellezza: il termine crisantemo viene dal greco chrysós (oro ) e anthémon (fiorente): letteralmente è il “rifiorente d’oro”.
Nel XVII secolo in Giappone fu istituita la festa dei crisantemi nata in origine per celebrare il sole e tutt’oggi celebrata il 9 settembre –kiku no sekku-, durante la quale in ogni parco delle città e nei paesi, al riparo di tettoie realizzate in legno, vengono esposti i crisantemi dalle forme più particolari coltivati in vaso.

Crisantemi di Utagawa Hiroshige
Durante il diciassettesimo secolo il crisantemo fu introdotto in occidente dove però non riscosse subito grandi simpatie. Durante il secolo successivo venne adottato come pianta decorativa per interni. Marcel Proust nel primo libro della sua Recherche (Alla ricerca del tempo perduto), dal titolo Dalla parte di Swann , li descrive come ornamento nel vestibolo che conduceva al salone di Odette dove fioriva “come in una serra una fila di grossi crisantemi ancora rari a quell’epoca, ma molto diversi da quelli che gli orticoltori sarebbero riusciti ad ottenere successivamente. Swann era irritato per la moda che fin dall’anno precedente li aveva prescelti, ma quella volta gli aveva fatto piacere vedere la penombra della stanza striata di rosa, d’arancio e di bianco dei raggi profumati degli effimeri astri che si illuminano nelle giornate grigie”.

Piet Mondrian
Due sono i motivi per i quali in occidente il crisantemo è considerato il fiore col quale si celebra la giornata dei defunti. Il primo è il periodo di fioritura che coincide con tale ricorrenza ed il secondo riguarda -forse- la nostra speranza di poter un giorno rivedere la persona cara rifiorita, viva e felice. Per questo il “rifiorente d’oro” adorna i sepolcri nel giorno dei morti , li illumina e profuma. (tdb)

Pierre Auguste Renoire
Il crisantemo nel giardino giapponese al NYBG (New York Botanical Garden) al seguente link il video e sotto una immagine:
