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Marie Curie. Autobiografia

Maria Salomea Skłodowska, meglio nota come Marie Curie, è stata una grandissima scienziata, unica nella storia -compresi i colleghi uomini- ad aver meritato ben due premi Nobel in due differenti discipline scientifiche, la fisica e la chimica. Il primo dei due, nel 1903, fu vinto insieme al marito Pierre Curie e al collega Antoine Henri Bequerel.

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Vive a cavallo fra ottocento e novecento e, con il suo lavoro incentrato sulla radioattività, rivoluziona la storia della scienza e la vita degli uomini.  Di grande interesse è la breve autobiografia che Marie scrive su invito di una giornalista americana, Marie Mattingly Meloney, che aveva promosso una raccolta di fondi per regalare a Marie Curie un grammo di radio per le sue ricerche, elemento che a quel tempo era molto costoso.

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Possiamo salvare il mondo, prima di cena. Perché il clima siamo noi

Il cambiamento climatico è qualcosa di difficile da comprendere e di scomodo da accettare. La maggior parte delle persone preferisce non affrontare direttamente il problema, pensa -incoscientemente- che sia qualcosa che non ci riguarda o addirittura di non completamente credibile ed ancora da studiare, nonostante il fatto che ormai la quasi totalità degli scienziati ne abbia decretato la drammatica reale esistenza e pericolosità. L’ultimo libro di Jonathan Safran Foer, giovane e già noto scrittore statunitense di origine ebraica, in modo chiaro e con una scrittura che corre via leggera e coinvolgente, cerca di far capire perché in fondo non siamo capaci di “credere” alle evidenze scientifiche sui cambiamenti climatici e perché questo ci impedisce di operare, individualmente, scelte che avrebbero come risultato quello di allontanare l’innalzamento della temperatura terrestre dal punto di non ritorno.

La tesi sostenuta dallo scrittore evidenzia lo stretto rapporto tra la crisi climatica, le devastazioni ambientali ed il nostro modo di nutrirci. Essa ha ovviamente implicazioni etiche e politiche, è supportata da un nutrito corpo di dati scientifici ed è esposta attraverso una bella narrazione letteraria che,  partendo dall’esperienza di vita dell’autore e della storia della propria famiglia, arriva a dare una risposta ad una delle domande più importanti di questo inizio di secolo che ogni persona dotata di buon senso e di vero interesse per il futuro del pianeta si pone: cosa possiamo fare individualmente per frenare il riscaldamento globale e consegnare ai posteri una terra ancora vivibile? Un libro bello e necessario. (tdb) Continua a leggere Possiamo salvare il mondo, prima di cena. Perché il clima siamo noi

Punto cieco nella prevenzione delle pandemie: la tutela dell’ambiente

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) rilascia ogni anno un rapporto sulle malattie per cui sono prioritari investimenti in ricerca e sviluppo in quanto potenziali cause di emergenze sanitarie globali. A febbraio 2018, alla lista contenente la febbre emorragica Congo-Crimea, Ebola, Mers e Sars, la febbre Lassa, Nipah, la febbre della Rift Valley e Zika, è stata aggiunta una voce titolata malattia X, non ancora registrata, ma la cui probabilità di comparsa andava aumentando.

In un recente articolo del New York TimesPeter Daszak, tra i membri del comitato Oms che ha stilato quella lista, ha ricordato le caratteristiche che la malattia X avrebbe dovuto avere: si sarebbe dovuto trattare di un virus trasferito dagli animali all’uomo, in una zona del pianeta in cui le interazioni con la fauna selvatica sono frequenti; inizialmente sarebbe stata confusa con altre malattie, come un’influenza, salvo poi rivelarsi più pericolosa per la salute individuale o per la società; si sarebbe diffusa rapidamente, sfruttando lo spostamento delle persone e i commerci; avrebbe messo in crisi i mercati finanziari prima ancora di diventare una pandemia. Continua a leggere Punto cieco nella prevenzione delle pandemie: la tutela dell’ambiente

Il disegno come strumento di ascolto. Francis Hallé: A Botanist’s Journal

Cattura

Al Giardino Botanico di Montreal è visibile fino al 31 Ottobre 2018 la bella mostra dedicata a Francis Hallé, botanico, biologo e ricercatore francese noto anche per il grande amore che lo lega al mondo vegetale e per il suo impegno nella difesa delle foreste primarie. Lo ascoltiamo in questa breve ma intensa intervista dove, in modo particolare, affronta il tema dell’ascolto e della conoscenza che prende forma attraverso  la pratica del disegno. (tdb) Continua a leggere Il disegno come strumento di ascolto. Francis Hallé: A Botanist’s Journal

The Honeybee Algorithm

di Predrag Slijepcevic, Brunel University London, 28 settembre 2017 (traduzione in italiano in coda)

In the philosophy of science there is a segment, not so familiar, but with sufficient identity that it deserves the name: evolutionary epistemology (EE). One of the goals of EE is to explain how biological organisms understand their environment and respond to changes in it. In other words, how the biological organisms “know”.

The novelty that EE offers is the demolition of exclusivity. Intelligence is not only a human trait but a feature of all biological organisms from bacteria to whales. The exact number of biological species on the planet is unknown. One recent estimate suggests that about 9 million species currently inhabit the biosphere. This figure refers exclusively to non-microbial organisms. Estimates of the number of microbial species go up to a trillion! Continua a leggere The Honeybee Algorithm