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#ogniluogoèpaesaggio

#ogniluogoèpaesaggio è una raccolta di fotografie di Prato. I luoghi ritratti non sono volutamente ricercati o noti per il loro valore storico e artistico. Sono spesso quelli quotidiani vissuti ogni giorno, quelli che talvolta dobbiamo sforzarci di vedere perché nascosti dall’abitudine dello sguardo. Sono fatti di cose vive e di luce, aria, colori e suoni che si impastano con il sentimento di un preciso ed unico, irripetibile istante. I luoghi dunque ci parlano, ci donano o ci chiedono bellezza e cura. Non possiamo non vedere, non ascoltare, non curare.

#ogniluogoèpaesaggio è l’hashtag che nasce a Prato ma è dedicato ad ogni luogo della Terra. (tdb)

ogniluogoèpaesaggio copertina

Il giardino incantato

di Elena Calandra

Galleria Fotografica - Villa Pisani Museo Nazionale - La regina delle Ville  Venete

Dedicheremo due conversazioni ai giardini antichi che analizzeranno i giardini vedendoli in continuità partendo dai modelli orientali, anzi, prima ancora dai giardini fantastici, per passare poi ai modelli orientali attraverso la Grecia di età arcaica e di età classica per arrivare all’età ellenistica e poi all’età romana.

File:Detail of the Mosaic with the Labors of Hercules (Eleventh Labour-  Apples of the Hesperides), 3rd century AD, found in Llíria (Valencia),  National Archaeological Museum of Spain, Madrid (15457081602).jpg -  Wikimedia Commons

Sopra, Labirinto Villa Pisani (Stra)
Eracle nel giardino delle Esperidi. Mosaico romano del III secolo d.C.; Valencia, Spagna

Cominciamo con i giardini fantastici, li potremmo chiamare anche giardini mitici, giardini ideali per esempio il giardino delle Esperidi che è un giardino mitico di per sé nel quale si recò, per esempio, Eracle nel corso di una delle sue dodici fatiche, oppure pensiamo ai giardini incantati che forse conservano memoria, o semplicemente mitizzano un desiderio, un utopia, come ad esempio i giardini di Alcinoo.

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Punto cieco nella prevenzione delle pandemie: la tutela dell’ambiente

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) rilascia ogni anno un rapporto sulle malattie per cui sono prioritari investimenti in ricerca e sviluppo in quanto potenziali cause di emergenze sanitarie globali. A febbraio 2018, alla lista contenente la febbre emorragica Congo-Crimea, Ebola, Mers e Sars, la febbre Lassa, Nipah, la febbre della Rift Valley e Zika, è stata aggiunta una voce titolata malattia X, non ancora registrata, ma la cui probabilità di comparsa andava aumentando.

In un recente articolo del New York TimesPeter Daszak, tra i membri del comitato Oms che ha stilato quella lista, ha ricordato le caratteristiche che la malattia X avrebbe dovuto avere: si sarebbe dovuto trattare di un virus trasferito dagli animali all’uomo, in una zona del pianeta in cui le interazioni con la fauna selvatica sono frequenti; inizialmente sarebbe stata confusa con altre malattie, come un’influenza, salvo poi rivelarsi più pericolosa per la salute individuale o per la società; si sarebbe diffusa rapidamente, sfruttando lo spostamento delle persone e i commerci; avrebbe messo in crisi i mercati finanziari prima ancora di diventare una pandemia. Continua a leggere Punto cieco nella prevenzione delle pandemie: la tutela dell’ambiente

Radici al vento, testa nella terra

Sono stati circa 14 milioni gli alberi abbattuti durante il ciclone che, sul finire del 2018, ha devastato circa 40.000 ettari di territorio montano nelle regioni del Veneto, Trentino e Friuli.  Il ricordo di ciò e come monito nei confronti di un rapporto tra uomo e ambiente che deve essere ricostruito, l’architetto e artista Michele De Lucchi ha realizzato l’opera denominata L’Albero degli alberi, realizzata con i tronchi ed i rami dei larici, abeti rossi, faggi, frassini e altre piante, caduti nei boschi delle regioni suddette. Le radici, amanti, dell’oscurità, hanno ceduto alla violenza del vento, o forse una terra stremata non ha più saputo trattenerle. L’albero degli alberi ha ormai le radici al vento, ribaltato e sospeso su uno specchio d’acqua che idealmente rappresenta il mare troppo riscaldato a causa dello sconsiderato comportamento umano. (tdb)

In esposizione all’Orto Botanico di Padova fino al 5 gennaio 2020.

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E d’improvviso fiorisce il limone

E d’improvviso fiorisce il limone, l’agrume dall’origine misteriosa e ribelle ad ogni classificazione. Secondo le ultime ricerche i suoi antenati si diversificarono durante il Miocene. Crebbero nelle foreste himalaiane in una zona compresa fra l’India nordorientale, il Myanmar settentrionale e lo Yunnan nordoccidentale,  avendo origini ibride che sembrano derivare dal cedro e dall’arancio amaro (*).

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Dal lontano oriente quell’antico frutto, insieme ai suoi parenti stretti, ha migrato in molte direzioni grazie anche e soprattutto al lavoro dell’uomo dal quale sono derivate le numerose varietà oggi esistenti.

In Italia giunse un ibrido, probabilmente nei primi secoli dopo Cristo, e si trova già rappresentato in alcune pitture pompeiane e nei mosaici della Villa del Casale a Piazza Armerina.

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Pompei, Casa del frutteto

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Il disegno come strumento di ascolto. Francis Hallé: A Botanist’s Journal

Cattura

Al Giardino Botanico di Montreal è visibile fino al 31 Ottobre 2018 la bella mostra dedicata a Francis Hallé, botanico, biologo e ricercatore francese noto anche per il grande amore che lo lega al mondo vegetale e per il suo impegno nella difesa delle foreste primarie. Lo ascoltiamo in questa breve ma intensa intervista dove, in modo particolare, affronta il tema dell’ascolto e della conoscenza che prende forma attraverso  la pratica del disegno. (tdb) Continua a leggere Il disegno come strumento di ascolto. Francis Hallé: A Botanist’s Journal

Laboratori di Educazione al Paesaggio a Prato: “Animali e Paesaggi” e “Lo Straordinario mondo delle Piante”

I laboratori didattici “Animali e Paesaggi” e “Lo Straordinario Mondo delle Piante” che si sono tenuti nelle scuole primarie Iqbal e N. Mandela di Prato nell’anno scolastico 2017-18, si sono conclusi oggi 8 giugno con le mostre finali degli elaborati dei ragazzi presso le rispettive sedi scolastiche. I laboratori, promossi dall’Associazione Culturale Paesaggi -Prato-, sono stati ideati e curati dall’arch. Tiziana Di Bella e realizzati con il contributo dello Studio DAC.LAB Architetti Associati.

Le pubblicazioni possono essere consultate liberamente sulla piattaforma per l’editoria digitale ISSUU .

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Mostra virtuale e pubblicazione al link: https://scuolaarchitettureepaesaggi.wordpress.com/

Fiori di primavera. Il Giacinto

<Anche tu, figlio di Amicla, saresti stato posto in cielo da Febo, se l’avverso destino gli avesse permesso di farlo. Pur nel modo concesso, tu sei tuttavia eterno: ogni volta che la primavera allontana l’inverno e Ariete succede ai piovosi Pesci, ogni volta tu in fiore rinasci sulla verdeggiante zolla. Nessuno più di te fu amato da mio padre, e Delfi, posta al centro del mondo, rimase senza il suo nume tutelare, finché lungo l’Eurota e a Sparta priva di mura, volle soggiornare il dio. Più nulla gli importava della cetra e delle frecce: dimentico di sé stesso, non disdegnava di portare reti, di custodire i cani, di accompagnarti per le balze di monti impervi, alimentando con la lunga intimità la sua passione.

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Jean Broc, Morte di Giacinto, 1801

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Elleboro: Rosa di Natale e Fiore della Follia

L’Elleboro (Helleborus niger) è una pianta erbacea perenne che raggiunge i 40 cm di altezza, appartenente alle Ranunculaceae, con foglie coriacee sempreverdi di colore verde intenso. Il nome deriva dal greco e fa riferimento all’uso medicinale  ponendo in evidenza la sua caratteristica velenosa capace di anche di togliere la vita. L’attributo “niger” (nero) si riferisce al colore scuro del rizoma.

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Helleborus Niger L. foto di A. Moro

Un noto mito greco racconta che Melampo, l’”uomo dal piede nero”, era capace di guarire dalla follia gli uomini. Grazie all’elleboro guarì le figlie del re di Tirinto -Preto-, mescolandolo all’acqua che esse bevevano. Questo ci porta a pensare che, fino dall’antichità, la pianta fosse ritenuta una medicina per le malattie mentali. Questa caratteristica deriva dal fatto che il rizoma contiene un glicoside in grado, se somministrato in piccole e controllate dosi, di calmare e narcotizzare. Si racconta che i filosofi ne facessero uso per raggiungere uno stato ipnotico paragonabile allo stato di meditazione profonda. Continua a leggere Elleboro: Rosa di Natale e Fiore della Follia

Il Crisantemo o Fiore della Vita

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Il crisantemo è un fiore originario della Cina. Nel IV secolo d.C. giunse in Giappone, inizialmente sembra per scopi medicinali, dove prese il nome Kiku, divenendo in seguito il simbolo del sole e  dell’imperatore. Stilizzato in forma circolare e con sedici petali disposti a raggiera, nel XII secolo fu inciso sulle spade del Mikado come segno di immortalità. Fu poi riprodotto  sugli abiti, gioielli ed altri oggetti e divenne simbolo di nobiltà, potendo essere coltivato, fino al secolo scorso, soltanto da persone di alto rango. Soltanto costoro avevano infatti il potere di poterlo raffigurare.

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