L’architettura è una scienza ch’è adornata da più dottrine, e da varie erudizioni, col sentimento delle quali giudica di tutte quelle opere che sono perfezionate dalle arti rimanenti. Ella nasce dall’esperienza non meno che dal raziocinio. L’esperienza è una riflessione continua e consumata sull’uso, la quale si perfezione coll’operare sulla materia di qualunque genere, e necessaria giusta l’idea di disegno. Il raziocinio poi è quello che può dimostrare le cose fabbricate, e manifestarle con prontezza, e con le ragioni della proporzione. Per lo che quegli Architetti che illetterati hanno tentato di operare sulla materia, non hanno potuto arrecare tanto di credito alle loro fatiche, sì che ne acquistassero fama; e quelli poi che nel raziocinio e nelle sole lettere sonosi fidati, l’ombra, non già la cosa, sembra che abbiano seguitata. /…/ Quindi bisogna che egli [l’architetto] sia uomo di talento, e riflessivo nella dottrina: perciocchè nè talento senza disciplina, nè disciplina senza talento non possono rendere perfetto un’artefice. Sia perciò egli letterato, esperto nel disegno, erudito nella geometria, e non ignorante d’ottica, istruito nell’aritmentica, siangli note non poche istorie, abbia udito con diligenza i filosofi, sappia di musica, non ignori la medicina, abbia cognizione delle leggi dei giurisprudenti, intenda l’astronomia e i moti del cielo /…/ Non sia egli parziale, nè abbia l’animo dedito a ricevere doni, ma con gravità sostenga il proprio decoro col riportarne buon nome/…/
[da “L’Architettura di Vitruvio – Nella versione di Carlo Amati (1829-1830), Alinea ed., Firenze 1988]
Mario Sironi, L'architetto, olio su tela, 1922
Vitruvio, autore del noto “De Architectura”, fu un famoso architetto romano vissuto nel I secolo a.C. Il suo trattato risale all’incirca al periodo che va dal 30 al 20 a.C. e fu dedicato all’imperatore Augusto.