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L’invenzione del colpevole: Il caso di Simonino da Trento dalla propaganda alla storia

Tra i vincitori del Grand Prix per la categoria “Istruzione, formazione e sensibilizzazione” dell’European Heritage Awards/Europa Nostra Awards 2021, troviamo il progetto di ricerca, conclusosi con una esposizione, che ha avuto come oggetto il “caso di Simonino”, un martire frutto di una oscura e terribile fantasia del 1475 che costò la vita a persone innocenti.  Il progetto, cui è stato conferito il più importante premio europeo per il patrimonio culturale, costituisce una delle più importanti, intellettualmente ed eticamente riuscite, operazioni culturali degli ultimi tempi ed è stato curato da Domenica Primerano. Da qui scaturiva l’idea di musealizzare permanentemente una parte della cappella dei santi Pietro e Paolo che per centinaia di anni hanno ospitato le reliquie di un falso martire e di un falso culto.  Questa idea, almeno per il momento, è stata purtroppo abbandonata, con grande delusione della Primerano che si è recentemente dimessa dall’incarico di direttrice del museo diocesano Tridentino.

l invenzione del colpevole - simonino trento

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La Madonna Sistina di Raffaello. La straordinaria lettura di V. Grossman

Dopo aver battuto e annientato l’esercito della Germania nazista, le vittoriose truppe
sovietiche portarono a Mosca tele della pinacoteca di Dresda. Queste tele sono state
conservate sotto chiave per quasi dieci anni. Adesso, nella primavera del 1955, il governo sovietico ha deciso di riconsegnarle a Dresda.madonna sistina

Raffaello Sanzio, Madonna Sistina, 1513-14. Olio su tela, Gemäldegalerie, Dresda

Prima di rispedirle in Germania, è stato deciso di mostrare le tele al pubblico per novanta giorni. E così nella fredda mattina del 30 maggio 1955, attraverso via Volchonka, supero i cordoni con cui la milizia moscovita convoglia le migliaia di persone che vogliono vedere i quadri dei grandi maestri, entro al museo  Puškin, salgo al primo piano e mi avvicino alla Madonna Sistina. Continua a leggere La Madonna Sistina di Raffaello. La straordinaria lettura di V. Grossman

La forma del suono. DIALOGO

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Dialogo è il cortometraggio dello studio spagnolo Blo Que, della durata di circa due minuti, intende indagare il tema della rappresentazione visiva del suono generato anche dalla voce dell’uomo. L’opera contiene riferimenti agli studi teorici di artisti tra i quali John Cage e Fritz Winckel la cui sperimentazione ha aperto nuove strade al rapporto tra uomo e suono.

L’uso della tecnologia come metodo di indagine è anch’essa alla base dello studio che si materializza in una intrigante danza di oggetti artificiali e naturali. Tra questi ultimi emergono i fiori che vediamo muoversi secondo il respiro dell’onda sonora. (tdb)

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Il Polittico di Gand di Jan van Eyck. Un sito dedicato alla documentazione sul restauro

Closer to van Eyck, è il sito web nato nel 2012 e promosso dal Royal Institute for Cultural Heritage di Bruxelles (KIK-IRPA) dove è possibile osservare in dettaglio opere di Jan van Eyck, tra cui il famoso Polittico dell’Agnello Mistico (Polittico di Gand) e le fasi del suo restauro documentato con bellissime immagini ad alta risoluzione.

In seguito alla pandemia di questo anno le visite sono grandemente aumentate e ciò ha spinto il Getty Museum e il KIK-IRPA, in collaborazione con molti altri entiad implementare il sito stesso e le sue potenzialità.

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Possiamo salvare il mondo, prima di cena. Perché il clima siamo noi

Il cambiamento climatico è qualcosa di difficile da comprendere e di scomodo da accettare. La maggior parte delle persone preferisce non affrontare direttamente il problema, pensa -incoscientemente- che sia qualcosa che non ci riguarda o addirittura di non completamente credibile ed ancora da studiare, nonostante il fatto che ormai la quasi totalità degli scienziati ne abbia decretato la drammatica reale esistenza e pericolosità. L’ultimo libro di Jonathan Safran Foer, giovane e già noto scrittore statunitense di origine ebraica, in modo chiaro e con una scrittura che corre via leggera e coinvolgente, cerca di far capire perché in fondo non siamo capaci di “credere” alle evidenze scientifiche sui cambiamenti climatici e perché questo ci impedisce di operare, individualmente, scelte che avrebbero come risultato quello di allontanare l’innalzamento della temperatura terrestre dal punto di non ritorno.

La tesi sostenuta dallo scrittore evidenzia lo stretto rapporto tra la crisi climatica, le devastazioni ambientali ed il nostro modo di nutrirci. Essa ha ovviamente implicazioni etiche e politiche, è supportata da un nutrito corpo di dati scientifici ed è esposta attraverso una bella narrazione letteraria che,  partendo dall’esperienza di vita dell’autore e della storia della propria famiglia, arriva a dare una risposta ad una delle domande più importanti di questo inizio di secolo che ogni persona dotata di buon senso e di vero interesse per il futuro del pianeta si pone: cosa possiamo fare individualmente per frenare il riscaldamento globale e consegnare ai posteri una terra ancora vivibile? Un libro bello e necessario. (tdb) Continua a leggere Possiamo salvare il mondo, prima di cena. Perché il clima siamo noi

Radici al vento, testa nella terra

Sono stati circa 14 milioni gli alberi abbattuti durante il ciclone che, sul finire del 2018, ha devastato circa 40.000 ettari di territorio montano nelle regioni del Veneto, Trentino e Friuli.  Il ricordo di ciò e come monito nei confronti di un rapporto tra uomo e ambiente che deve essere ricostruito, l’architetto e artista Michele De Lucchi ha realizzato l’opera denominata L’Albero degli alberi, realizzata con i tronchi ed i rami dei larici, abeti rossi, faggi, frassini e altre piante, caduti nei boschi delle regioni suddette. Le radici, amanti, dell’oscurità, hanno ceduto alla violenza del vento, o forse una terra stremata non ha più saputo trattenerle. L’albero degli alberi ha ormai le radici al vento, ribaltato e sospeso su uno specchio d’acqua che idealmente rappresenta il mare troppo riscaldato a causa dello sconsiderato comportamento umano. (tdb)

In esposizione all’Orto Botanico di Padova fino al 5 gennaio 2020.

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Ricordare Primo Levi, nato il 31 luglio 1919

“…mi affrettai a rinfrescarmi la memoria sulla composizione e sulla struttura dell’allossana. Eccone il ritratto:

allossana

dove O è l’ossigeno, C il Carbonio, H l’idrogeno (Hydrogenium) ed N l’azoto (Nitrogenium). È una struttura graziosa, non è vero? Fa pensare a qualcosa di solido, di stabile, di ben connesso. Infatti accade anche in chimica, come in architettura, che gli edifici “belli”, e cioè simmetrici e semplici, siano anche i più saldi: avviene insomma per le molecole come per le cupole delle cattedrali o per le arcate dei ponti. E può darsi che la spiegazione non sia poi remota né metafisica: dire “bello” è dire “desiderabile”, e da quando l’uomo costruisce, desidera costruire con la minima spesa ed in vista della massima durata, e il godimento estetico che prova nel contemplare le sue opere viene dopo. Certo non è sempre stato così: ci sono stati secoli in cui la bellezza veniva identificata con l’adornamento, il sovrapposto, il fronzolo; ma è probabile che fossero epoche devianti, e che la bellezza vera, quella in cui ogni secolo si riconosce, sia quella delle pietre ritte, delle carene, della lama di scure, e dell’ala dell’aereo…”.

Primo Levi, Il Sistema Periodico, G.Einaudi ed., Torino, 1975, pag. 182

Paesaggi nascosti. Fore Edge Paintings

Il video sottostante, realizzato da un archivista presso la Biblioteca della Cornell University di New York, mostra una particolare copia del 1925 di “Kim” di Rudyard Kipling. Il libro ha una legatura rigida decorata e bordo anteriore dorato. La persona con i guanti che mostra il libro nel video tiene il blocco delle pagine tra il pollice e il resto delle dita e lo piega leggermente per allargarlo. Ecco che improvvisamente, un bel dipinto di un paesaggio affiora sul bordo del libro….

La tecnica decorativa della pittura “sul bordo” dei libri risale a molti anni fa. I primi esempi si trovano già nel decimo secolo. Questi dipinti, veri e propri capolavori di miniatura il cui soggetto è legato alla storia narrata nel volume, restano nascosti da una bordatura spesso dorata fino a quando il blocco delle pagine non viene pressato con le mani e fatto scorrere. I libri che nascondono un dipinto sul bordo sono piuttosto rari e ancor meno diffusi sono quelli che ne nascondono due, ciascuno in uno dei versi in cui le pagine possono essere piegate. (tdb)

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La meraviglia del disegno. Il duello tra Apelle e Protogene raccontato da Plinio

Protogene e Apelle furono protagonisti di un divertente episodio. Protogene
viveva a Rodi e quivi approdò Apelle, desideroso di veder personalmente
le sue opere, da lui conosciute solo per fama, e si diresse alla sua bottega.
Protogene era assente, ma c’era una vecchia a custodia di un quadro di
grandi proporzioni posto sul cavalletto. La vecchia rispose che il pittore era
fuori casa e, a sua volta, chiese chi dovesse riferire che lo cercava. “Costui”,
disse Apelle e, arraffato un pennello, tracciò una linea colorata sottilissima
che attraversava il quadro. Al ritorno di Protogene, la vecchia gli fece vedere
quel che era successo. Si dice che allora il pittore, guardata attentamente
la sottigliezza del tratto disse che il visitatore doveva essere Apelle e che nessun
altro era in grado di compiere niente di così perfetto. Lui stesso, allora,
sovrappose a quella una linea di un altro colore ancora più sottile e, andandosene,
ordinò che, se l’altro fosse tornato, gliela si mostrasse aggiungendo
che quello era l’uomo cercato. Così avvenne. Infatti Apelle tornò e, vergognandosi
di essere stato sconfitto, tagliò le linee con un terzo colore, senza
lasciare spazio a un tratto più sottile. Allora Protogene si dichiarò vinto e si
precipitò al porto per cercare l’ospite. Si decise di tramandare alla posterità
il quadro così composto, come un oggetto da mostrare alla meraviglia, di tutti
certo, ma soprattutto degli artisti. Mi consta che il quadro finì bruciato
durante il primo incendio della casa di Cesare al Palatino. Io stesso, prima,
ho avuto modo di contemplarla: su tutta la superficie non conteneva altro
che delle linee che quasi sfuggivano alla vista. Fra le opere egregie di tanti
artisti, questo quadro assomigliava piuttosto a uno spazio vuoto e per questo
attirava di più gli sguardi ed era più rinomato di qualsiasi altra opera.

(Plinio il Vecchio, Storia naturale, Libro XXXV, I colori minerali)

venere di apelle tiziano

Apelle fu un importante pittore greco (sec. IV a. C.) insieme con Protogene. Nulla è giunto fino a noi della sua opera che conosciamo in parte da notizie provenienti altrui testi. Fu un virtuoso del disegno e di lui si elogiava la modestia e la capacità di ascoltare le critiche al suo lavoro purché fossero fatte nei limiti delle competenze di colui che le esprimeva. Dal suo modo di lavorare deriva il detto, già noto nell’antichità, che recita “nulla dies sine linea” (nessun giorno senza linea). Nulla di più vero infatti. Per tenere in esercizio un’arte, qualsiasi essa sia, non bisogna lasciar passare neanche un giorno senza esercitarla un poco. (tdb)

in figura: Afrodite Anadiomene (Venere che sorge dalle acque) 
di Tiziano (1520 circa). 
La Venere nascente è uno dei dipinti più noti di Apelle che è andato 
perduto dopo essere stato portato a Roma.

Landfillharmonic – la musica per rinascere

“Landfill harmonic”… letteralmente “Discarica Armonica”.

Stiamo parlando dell’Orchestra Riciclata di Cateura, villaggio del Paraguay dove si trova una delle più ampie discariche dello stato e dove la popolazione vive in povertà tra i rifiuti e in condizioni sociali disagiate.  Qui un gruppo musicale suona strumenti interamente  realizzati riciclando materiali “salvati” dalle discariche che gli abitanti selezionano, riutilizzano e rivendono per sopravvivere.

viola

una viola

Sembra, ma non lo è, una favola moderna, dove in un paese povero, lontano e dimenticato qualcuno ha una brillante idea per tenere distanti le nuove generazioni dalla disperazione, dalla malavita e l’abbandono scolastico: far suonare ai giovani musica importante con strumenti davvero di “ultima generazione”.

Così il maestro di musica Favio Chávez ed il magico liutaio, cercatore di rifiuti, Nicolas Gómez “Cola”, coinvolgono i  ragazzi in quello che diventerà uno strepitoso, quanto inaspettato, progetto musicale.

sassofono

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